Homeland lavora per il superamento degli stereotipi e delle fake news sul tema delle migrazioni tentando di ridefinire di volta in volta la complessità di un’immagine più aderente alla realtà, passando attraverso le lenti della geopolitica,
dell’etnografia, della ricerca, dell’economia e del giornalismo, del cinema, del teatro, dell’innovazione sociale, del design e dell’esperienza.
Al di là delle posizioni politiche e delle riflessioni personali, le migrazioni e i cambiamenti che nascono da questo mondo in costante movimento, sono un fenomeno che ha bisogno di più luce per essere capito appieno e visto nella totalità di uno spazio/tempo dilatato che non cessa di ridisegnare forme e confini.
Homeland è un progetto che si fa percorso collettivo alla scoperta di una realtà poco narrata, spesso mistificata e con troppe zone d’ombra che rischiano di trasformarsi in un disegno lontano dal reale.
Questo progetto vuole trovare gli strumenti adatti per poter leggere questa contemporaneità magmatica che è il viaggio di chi lascia la propria terra alla ricerca di un altro appoggio, ma è anche il viaggio di chi decide di stare sugli snodi di questo percorso per agire in prima persona sulle dinamiche e i processi e di chi si trova ad ospitare un nuovo pezzo di storia collettiva.
Homeland ha scelto la lingua inglese con la parola patria per la sua composizione con le parole "casa" e “territorio” per ripartire da un termine che scomposto e analizzato racconta qualcosa di più dell’aura di cui si è ammantata per secoli questa parola: una patria può essere anche territorio di accoglienza, non solo definizione di confini, tradizioni e culture in opposizione ad altre.
Il progetto si svolgerà a Dro presso la Biblioteca Comunale, al Teatro Oratorio e nelle scuole, ad Arco a Palazzo dei Panni.